FERITE

(Catalogo della mostra Ferite, Roma 2015)


Quando succede, alla fine ti accorgi che riguarda solo te.
Nessuno capirà.
E allora mostrarle tutte quelle ferite, fissarle,
può farle diventare segni di un passato abbandonato.
Una risorsa di adesso.
Il lavoro di Carla interviene sulle ferite della vita
e le trasforma in carta. Le sovrappone ai visi
per diventarne parte integrante come segni indelebili.
Nessuno sarà uguale a prima, nessuno sarà uguale a nessuno.
Le ferite sono segnali concreti di violenza e segni di carta
aspri e tangibili che rendono materico un dolore.
Incise nella memoria di chi ha subito, si trasformano in opere
che ci guardano dritto negli occhi.
E noi che inciampiamo lo sguardo in quel disturbo visivo
siamo costretti a guardare più a fondo,
a interpretare il prima e il dopo, a chiederci le domande.
La nostra cura per loro è solo una: un’attenzione in più.
Un dubbio in più.
Quelle ferite sono donne.


Patrizia Santangeli, 2015